Jesus (Cristo) si e’ fermato a Puerto Bermudez

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Giorno 638.

“In questo ostello non ci sono cucarachas!”…mi apostrofa così il proprietario della guesthouse, pretendendo una verifica della nostra stanza. E me lo ripete all’infinito. Tutto perché ho avuto la malaugurata idea di ironizzare sul fatto che ne abbiamo viste alcune, la sera prima, imperversare tra le nostre carote. Jesus, 67 anni, e’ quel genere di personaggio che sembra fuori dal mondo e dal tempo. Arcigno, burbero e scortese al limite della maleducazione, mi ricorda il mio amico Alex. Forse per questo inizio a volergli bene fin da subito. E mi sento ricambiato, a parte la questione degli scarafaggi certo…

Si e’ trasferito dai Paesi Baschi a Puerto Bermudez, un paesino sperduto sulle rive di un tributario del fiume Ucayali, che più a valle diventerà Rio delle Amazzoni, 15 anni fa, dopo una vita di viaggi e scalate. Non e’ sposato e vive da solo, conducendo la guesthouse con l’aiuto di una donna indigena che soffre di problemi di pressione, ed entrambi sono reduci da una settimana difficile a causa dell’esondazione del fiume. Fuori stagione, continua a brontolare Jesus…come del resto fa riguardo a tutto, dai peruviani che non hanno voglia di lavorare al governo che lo subissa di tasse perché “gringo”, fino agli americani che sono obesi perché mangiano fast food. Lui del resto mangia poco, fuma tre pacchetti di sigarette al giorno e si ingozza di aglio perché, dice, lo aiuta a contrastare gli effetti tossici del tabacco. Una situazione quasi degna di un romanzo di Gabriel Garcia Marquez. Però l’ostello e’ gestito con perfezione quasi maniacale, come dimostrato dal caos venutosi a creare dopo la scoperta delle cucarachas. Credo che se vivi solo per tanto tempo, con pochi contatti con l’esterno, diventa quasi normale focalizzare tutto sulla tua quotidianità, che per lui e’ il suo rifugio per pellegrini e viaggiatori in un angolo remoto del Sudamerica, in piena foresta amazzonica.

Già arrivarci da Cuzco e’ stata un’odissea di alcuni giorni, che ci ha visto attraversare angoli sperduti della Cordillera, dala zona super turistica del Macchu Picchu, alle cittadine misconosciute di Abancay, Andahuaylas, Ayacucho, Hunacayo, La Merecd. Strade dissestate, fiere di paese, chiese coloniali, compagni di viaggio curiosi e blocchi stradali sono stati la nostra quotidianità. Il giorno della finale di Champions League, abbiamo dovuto aspettare che finissero i supplementari perché qualcuno si degnasse di riaprire il tratto di strada asfaltato di recente e lasciarci passare.

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Ma ce l’abbiamo fatta senza precipitare nei burroni che si spalancavano paurosamente a pochi centimetri dalle ruote dei nostri autobus, e’ così siamo finiti a passare alcuni giorni con Jesus. Gli altri ospiti sono due ragazze, anch’esse basche, che però se ne vanno quasi subito, ed un francese di Briancon, ed e’ il terzo che incontriamo in poche settimane, che ha intenzione di scendere il fiume in kayak fino a Iquitos, vicino al confine con il Brasile. Quasi un mese di viaggio e una grande avventura che però lo rende titubante. Qualcuno gli parlato di fantomatici pirati fluviali e trafficanti di organi…quando siamo partiti noi, era ancora li’, non sappiamo come se la sia cavata, se sia sopravvissuto o se un suo rene si trova ora nel corpo di qualche americano danaroso e probabilmente obeso…

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Un giorno Jesus ci organizza un’escursione gratuita ad un villaggio degli indigeni Ashaninka che vivono nella zona, con un suo amico incaricato dal governo di portare sementi e combustibili agli uomini della selva. Risaliamo il fiume, e veniamo sbalzati indietro nel tempo in un mondo senza elettricità, con donne che si lavano nude nel fiume, pescatori, bambini che non la smettono di saltarci intorno mettendo in mostra eccezionali doti da piccoli funamboli. Mangiamo a lume di candela, incredibilmente non ci sono zanzare, e veniamo sistemati a dormire in una capanna direttamente sul pavimento. La sera guardiamo le lucciole ed ascoltiamo storie e leggende raccontate dal capo villaggio, il nostro ospite, che parlano di coccodrilli ed anaconde giganti mimetizzate tra gli alberi, che ti attraggono direttamente nelle proprie fauci, usando l’ipnosi. Ed altre più recenti e sicuramente vere, sui guerriglieri di Sendero Luminoso, un gruppo rivoluzionario inizialmente di ispirazione Marxista, che però con il tempo ha finito col trasformasi in un’associazione a delinquere dedita al traffico di droga ed a terrorizzare gli indigeni, per convincerli ad unirsi ad una lotta che non gli appartiene. Per fortuna il nostro villaggio e’ stato risparmiato dalle atrocità, ma ad altri e’ andata un po’ meno bene, finendo nel fuoco incrociato tra governo corrotto e rivoluzionari deviati.

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Da Puerto Bermudez iniziamo la nostra odissea nella selva Amazzonica. Mia moglie inizia ad odiarmi.

Una risposta »

  1. Da proporre subito alla macelleria Revello, questo CUI! Devo dire che a me fa un po’ senso!!! Federico avventore curioso e coraggioso!!!

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